
Un quadrante. Tre lancette. Dodici numeri. Un lento e costante ticchettio per regolare ogni nostra giornata.
Un veloce sguardo a questo strumento tanto piccolo quanto potente e sappiamo cosa fare e dove.
Come la pioggia cade indistintamente su giusti ed ingiusti, così il tempo non si ferma ne per i buoni ne per i cattivi, accarezza ognuno di noi, prima con tocco leggero per poi farci sentire la sua mano sempre più pesante per ogni giorno vissuto.
I secondi scorrono inesorabili, inutile chiedergli di fare una sosta. Come instancabili operai costruiscono senza mai fermarsi l’autostrada della storia di ognuno di noi, lungo sentiero costellato di sogni, paure e speranze a volte affossate in qualche buca del duro manto di cemento, altre in fase di costruzione e da raggiungere.
Basta voltarsi per vedere la altre strade correre in parallelo alla nostra, alla nostra sinistra si staglia un’enorme grattacielo che sembra voglia sfidare il cielo, è pieno di uffici e impiegati dediti al lavoro.
Incuriositi vogliamo lo sguardo a destra: una villetta modesta, circondata da un allegro giardinetto con uno scivolo per bambini, di fronte a casa si nota una familiare parcheggiata in maniera vistosamente frettolosa.
Ma ora bisogna guardare avanti, se non si sta attenti si rischia di perdere dei pezzi, e trovarsi, prima o poi, a voltarsi e trovarsi dinnanzi ad un puzzle cui manca l’ultimo tassello centrale.
Cosa costruiremo nella nostra strada?
Una casa?
Un grattacielo?
O semplicemente un’infinità di uscite da poter visitare?
Il tempo scorre, equo sostenitore di ogni avventore che si addentri nel mondo, crea e distrugge senza discriminare.
L’unica sua voce un flebile rumore meccanico nostro perenne compagno di viaggio.
Non esiste posto in cui il suo eco non ci raggiunga, ci segue come ombra della nostra vita.
Un veloce sguardo a questo strumento tanto piccolo quanto potente e sappiamo cosa fare e dove.
Come la pioggia cade indistintamente su giusti ed ingiusti, così il tempo non si ferma ne per i buoni ne per i cattivi, accarezza ognuno di noi, prima con tocco leggero per poi farci sentire la sua mano sempre più pesante per ogni giorno vissuto.
I secondi scorrono inesorabili, inutile chiedergli di fare una sosta. Come instancabili operai costruiscono senza mai fermarsi l’autostrada della storia di ognuno di noi, lungo sentiero costellato di sogni, paure e speranze a volte affossate in qualche buca del duro manto di cemento, altre in fase di costruzione e da raggiungere.
Basta voltarsi per vedere la altre strade correre in parallelo alla nostra, alla nostra sinistra si staglia un’enorme grattacielo che sembra voglia sfidare il cielo, è pieno di uffici e impiegati dediti al lavoro.
Incuriositi vogliamo lo sguardo a destra: una villetta modesta, circondata da un allegro giardinetto con uno scivolo per bambini, di fronte a casa si nota una familiare parcheggiata in maniera vistosamente frettolosa.
Ma ora bisogna guardare avanti, se non si sta attenti si rischia di perdere dei pezzi, e trovarsi, prima o poi, a voltarsi e trovarsi dinnanzi ad un puzzle cui manca l’ultimo tassello centrale.
Cosa costruiremo nella nostra strada?
Una casa?
Un grattacielo?
O semplicemente un’infinità di uscite da poter visitare?
Il tempo scorre, equo sostenitore di ogni avventore che si addentri nel mondo, crea e distrugge senza discriminare.
L’unica sua voce un flebile rumore meccanico nostro perenne compagno di viaggio.
Non esiste posto in cui il suo eco non ci raggiunga, ci segue come ombra della nostra vita.
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